Quanto contano gli errori dei sondaggi? Scrivere le domande di un questionario può sembrare un processo semplice. Invece, deve essere fatta la massima attenzione: una buona scrittura può decretare il risultato di un sondaggio.
Per questo, vogliamo elencare i 5 errori di un questionario che troviamo più spesso: prendetene nota e statene alla larga!
I 5 errori dei sondaggi più comuni
1. Parole ambigue
Le parole ambigue confondono l’intervistato e influenzano negativamente l’efficacia del tuo sondaggio d’opinione. Facciamo un esempio:
“Dove ti piace fare shopping”?
In questo caso la parola incriminata è “piace”, un verbo che apre a troppe interpretazioni. S’intende i negozi dove lo staff è più cortese? O dove i prezzi sono più convenienti? O dove l’atmosfera (l’arredamento, musica di sottofondo…) è più chic?
Ecco perché è meglio evitare le parole ambigue:
- ogni intervistato interpreterà la domanda in maniera diversa. Quindi le risposte non possono essere comparate fra loro
- l’intervistato non risponde più razionalmente. Sceglierà solo ciò che gli apparirà più sensato
2. Domande doppie
Nella scrittura di una domanda, è facile cadere nella tentazione di voler sapere dall’intervistato più aspetti della sua esperienza.
Esempio: “Alle prossime elezioni, sosterrai un candidato che aumenterà la spesa pubblica in welfare e istruzione?”
L’intervistato che voterebbe un candidato che sostenga solo l’istruzione (e non il welfare) non potrà rispondere o sarà forzato a dare una risposta che non vuole.
In definitiva, le domande doppie aumentano soltanto la probabilità di ricevere risposte poco focalizzate. Evitale se non sono proprio necessarie.
3. Doppie negazioni, frasi passive, domande troppo articolate
Keep it simple dicono i guru della comunicazione, e come dargli torto? Qualsiasi artificio linguistico può influenzare negativamente la qualità dei dati raccolti.
Esempio: “In quale dei supermercati che seguono in elenco preferiresti non fare spesa?”
La stessa domanda potremmo trasformarla come segue:
“In quale dei seguenti supermercati fai la spesa?”
Nella seconda versione abbiamo eliminato i seguenti artifici:
- la negazione;
- il verbo in forma condizionale “preferiresti”;
- ridotto le parole da 12, a 8 guadagnando in leggibilità e immediatezza
Ecco i nostri consigli: rivedi ogni domanda eliminando le negazioni, trasformando le frasi passive in attive, usando meno parole possibili e tempi verbali semplici. In questo modo aiuterai l’intervistato a rimanere focalizzato sulla domanda e aumenterai la probabilità di risposte pertinenti.
4. Domande assolute
Con l’aggettivo assolute definiamo quelle domande che contengono avverbi come “mai”, “sempre”, “ogni”, “tutto”. Domande di questo tipo,spesso, portano a risposte poco utili ai fini statistici.
Esempio: “Fai sempre colazione? (Si/No).
Costringiamo così il consumatore a delle risposte forzate (tutti quelli che saltano la colazione anche solo una volta a settimana non avranno altra scelta che rispondere di “no”). Inoltre, apriamo la domanda troppe possibilità interpretative (per colazione si intende una colazione completa? Quando mangio solo un frutto, ad esempio, si può parlare sempre di colazione?).
5. Domande aperte? Sì, ma con moderazione
Le domande a risposta aperta consentono di acquisire dati più approfonditi. Quindi, sono necessarie. Ma consigliamo di pianificarle con moderazione perchè possono rappresentare uno degli errori dei sondaggi più comuni.
Mettiamoci nei panni dell’intervistato: come pensi possa reagire ad un sondaggio dove, nella maggior parte delle domande, vede degli spazi da dover riempire?
Probabilmente in due modi:
- parteciperà al sondaggio, ma con l’aumento della stanchezza, ti darà risposte sommarie e superficiali
- abbandonerà l’intervista.
In sintesi, ti consigliamo di distillare poche domande aperte. Pianificale solo dove avrai bisogno di una risposta più completa e ricca di dettagli.